Com’era l’iter della visita?
Il ginecologo iniziava la visita con un controllo manuale, eseguiva una colposcopia e successivamente mostrava alla paziente la situazione tramite microscopio.
Effettuava quindi il pap test ed il Visual Inspection Acetic Acid (VIA) per poi constatare la presenza di “macchie bianche anomale”, testimoni a suo parere della presenza di Papilloma Virus.
Successivamente eseguiva una visita rettale dove confermava nuovamente la presenza di macchie bianche anche nell’ano, delle quali si rendeva necessario capire se fossero benigne o maligne.
Dopo aver osservato il cavo vaginale al microscopio il medico affermava che una cellula non fosse sana: questa singola cellula dalla forma strana era, a detta del ginecologo “paracheratocita, espressione dello Human Papillomavirus” (cit.).
Adesso analizziamo passo per passo perché ciò che avviene non ha alcuna valenza scientifica.
- Il pap test, l’esame per analizzare le cellule della cervice uterina, deve essere effettuato da un ginecologo e, successivamente, analizzato al microscopio da un anatomopatologo.
- In secondo luogo, è stato appurato che questo esame ha un’elevatissima efficacia nella diagnostica precoce della malattia, mentre il VIA è un esame ormai obsoleto: è molto veloce ed economico ma poco preciso ed affidabile. Con il VIA, qualora ci fosse un’infezione, verrebbe rilevata al 100% ma in modo non specifico per il tipo di malattia: la paziente, quindi, potrebbe avere l’HPV come una semplice infiammazione. Per questo motivo non viene più utilizzato come esame primario nei paesi più sviluppati.
- Qualora il risultato del pap test fosse positivo, o non soddisfacente, verrebbe eseguita la colposcopia: questa si usa principalmente per studiare eventuali cellule della cervice anomale svelate dal Pap Test.
- La parola usata dal medico “paracheratocita” deriva da paracheratosi, termine che indica un difetto di maturazione della cellula squamosa superficiale, in questo caso del collo dell’utero. Questo fenomeno si può sviluppare a seguito di infiammazioni, ma può anche indicare la possibilità di una lesione preneoplastica. All’esame colposcopico, dopo il trattamento con acido acetico, le aree affette da paracheratosi spesso appaiono biancastre. Questo ci riporta al punto 2 e alla poca precisione dell’ispezione visiva della cervice tramite acido acetico.
- Con il solo VIA non è possibile affermare che l’esito del pap test sia negativo (o positivo) poiché non è ancora stata eseguita una diagnosi morfologica delle cellule bensì solo clinica.
- Nel 2006 è stato rilasciato il primo vaccino contro l’HPV per i ceppi 16 e 18, responsabili del 70% circa dei casi di tumore della cervice; successivamente arrivò il secondo per i ceppi 6 e 11, associati invece al 90% dei casi di condilomi; infine nel 2017, venne rilasciato il terzo vaccino, detto nonavalente, che protegge anche dai sierotipi 31-33-45-52-58. Il nostro Sistema Sanitario prevede una vaccinazione di screening per le ragazze da diverso tempo e dal 2017-2019 tale iter rientra nel nostro Piano nazionale di prevenzione vaccinale anche per i ragazzi.
Oltre tutto, contrariamente alla percentuale data dal ginecologo in questione, il magazine della Fondazione Umberto Veronesi cita “Alcuni studi hanno però stimato una prevalenza del 70 per cento tra gli individui di sesso maschile.” Un numero sempre alto ma comunque inferiore a quello riferito durante la visita ginecologica. - Infine, ma assolutamente non meno importante, è la metodologia con la quale questo medico afferma di poter guarire le donne affette dal virus: avere gli anticorpi grazie al vaccino non significa poterli trasmettere tramite il proprio sperma.
Per di più, per la quasi totalità dei casi, i vaccini vengono somministrati prima dell’insorgenza della malattia, a scopo preventivo, e non terapeutico. Quello contro l’HPV ne è un esempio lampante: questo vaccino si somministra a ragazzini di 11 anni perché non devono avere avuto alcun tipo di rapporto sessuale.
Per concludere, affermare che esista la possibilità di guarigione dal Papilloma Virus tramite rapporto sessuale è assolutamente infondata e vergognosa.
Secondo l’avvocato dell’accusa, sarebbero decine le vittime del ginecologo “magico”; questo numero, decisamente elevato, lancia un messaggio preoccupante: è ancora presente nella popolazione un’elevata disinformazione in materia ginecologica e nello specifico sul Papilloma Virus, che provoca terrore nelle donne ed una assoluta fiducia nel medico, anche di fronte a parole fuori dall’ordinario come quelle riportate dal servizio televisivo.
L’obiettivo di PapTest24 è anche quello di generare informazione tra le donne di tutte le età e renderle più consapevoli perché non avvengano più episodi in questo tipo.
A questo punto il ginecologo asseriva senza alcun dubbio che l’esame del pap test sarebbe risultato negativo ed iniziava a chiedere alla paziente se avesse mai tradito il fidanzato con altri uomini, quante volte e se in modo protetto oppure no. Continuava affermando che l’88% degli uomini è portatore del virus mentre lui, essendo vaccinato dal 2006, aveva la possibilità di guarire le donne dall’HPV ormai irradiata in ogni loro orifizio potenzialmente attivo sessualmente (bocca, vagina, ano). Terminata la visita in studio, la paziente veniva ripetutamente sollecitata telefonicamente perché accettasse di farsi guarire dal medico: la “bonifica” (come era solito chiamarla il medico) finalizzata alla guarigione prevedeva un incontro in hotel ed un rapporto sessuale, non protetto e completo.